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Recensione Seven: The Days Long Gone

Quando ci è arrivata la press release di Seven: The Days Long Gone un po’ abbiamo goduto perché il titolo, per chi non lo sapesse vede protagonista Teriel, un ladro che si muove furtivo in un ambinte isometrico di un mondo post apocalittico per un gameplay che strizza l’occhio all’RPG!

Sviluppato da MGN.PRO e Fool’s Theory (gli ex di The Witcher) Seven: The Days Long Gone porterà il giocatore a muoversi in un mondo riplasmato dopo l’olocausto nucleare, laddove il supponente leader dell’Impero Vethrall può fare il bello e brutto cattivo tempo. Insomma un dittatore. Per sbarcare il lunario, visto che è la sua professione Teriel accetterà di compiere un piccolo furto… il quale lo porterà, senza passare dal via, nella prigione di Peh, situata su un isola. Da qui il divertimento ha inizio.

Prima di darvi un giudizio sul titolo vogliamo fare notare l’impegno degli sviluppatori, che praticamente sino a metà dicembre ha fatto uscire patch uno dietro l’altro, anche a distanza di un solo giorno per correggere bug o problematiche del gioco.

Arrivati a Peh vi sentirete praticamente a casa, visto che l’isola è (quasi) totalmente esplorabile. Movimenti lenti, corse, appostamenti e gli immancabili combettimenti faranno da sfondo alla storia, che non risparmia di tessere la trama con i dialoghi. Fortunatamente, anche se il titolo è esclusivamente parlato in inglese, tutti i testi a video sono disponibili anche in italiano e quindi si avrà modo di capire e apprendere tutte le sfacettature della storia o indizi che mano a mano aiuteranno a sopravvivere. Perché essendo un isola carceraria, non è che ci si trovi proprio gente disposta a dare una mano e disponibile. Anzi.

Quale è lo scopo di un ladro? Aprire porte (in modo più o meo consono), rubare, intrufolarsi in aree vietate. Ebbene avrete modo di farlo a second del proprio stato d’animo. Ad esempio per aprire una porta potrete usare un grimaldello oppure altri attrezzi meno consoni che non vi svegliamo per non togliervi la sorpresa!

Fortunatamente, essendo un ladro il protagonista può fare affidamento sulla sua capacità di ridurre al minimo il rumore accovacciandosi, oppure andando a sfruttare strutture, cespugli, fumo o anche immondizia per celarsi alla vista dei nemici. Anche perché al minimo rumore sospetto gli stessi si avviceneranno alla posizione del protagonista, fermo restando di riuscire talvolta a non essere immortalati nelle telecamere di sicurezza, che nemmeno a dirlo scateneranno il putiferio se avranno modo di inquadrare il vostro dolce viso.

Accennavamo ai combattimenti, soluzioneche sarebbe sempre meglio evitare, almeno in base alla nostra esperienza sul campo. Conviene mettere a terra in nemici uno ad uno in modo furtivo, altrimenti una scazzottata o altro attirerà altre persone sgradevoli rendendo lo scontro impari. Anche scappare dopo avere creato la rissa non aiuterà molto in quanto verrete sicuramente eliminati dalla distanza.

E gli elementi RPG? Assolutamente presenti con il crafting e la possibilità di incrementare le caratteristiche attraverso dei chip, ottenibili come ricompese da missioni in grado di migliora diversi aspetti come salute, capacità inventario, capacità offensiva e così via. Vi assicuriamo che a parte qualche visita dal mercante per comperare oggetti inizierete a smontare ogni cosa possibile pur di recuperare dei pezzi per miglirare armi, attrezzi e armature.

Abbiamo trovato ancora qualche bug e sinceramente ci è piaciuto poco come si gestisce l’inventario.

  • 10/10
    Grafica - 7,5/10
  • 7/10
    Sonoro - 7/10
  • 7/10
    Giocabilità - 7/10
  • 10/10
    Longevità - 7,5/10
7/10

Riassunto

Seven: The Days Long Gone è un gioco da giocare lentamente perché la fretta porta in fretta al game over. Ha ancora margine di miglioramento ma siamo sulla buona strada.