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Recensione Outcast Second Contact

Uscito nel lontano 1999 ad opera di Appeal, Outcast Second Contact è la versione remastered dell’omonimo titolo pubblicata dalla francese Bigben Interactive, la quale crediamo si sia sobbarcata tutti gli oneri per dare nuovo smalto ad un titolo, che scriviamo sinceramente, non avevamo giocato all’epoca.

In Outcast Second Contact il giocatore vestirà i panni (talvolta bagnati) del ex Navy SEAL Cutter Slade il quale per salvare l’immenente fine della razza umana, viene spedito in un altra dimensione assieme ad altri tre scienziati, in grado di “tappare” il buco nero che minaccia di inghiottire tutto ciò che incontra. Ovviamente non tutte le ciambelle escono con il buco e il nostro eroe si troverà catapultato da solo in un mondo straniero chiamato Adelpha, popolato da strane creature (per noi terrestri)  i quali per un non specificato motivo credono che la venuta dello straniero impersoni l’Ulukai, ovvero il messia in terra!

E’ per questo che all’inizio del gioco dopo avere parlato con gli abitanti, sarà possibile affrontare un tutorial dove il giocatore acquisirà le conoscenza per nuotare (anche sotto acqua), raccogliere oggetti (semplicemente passandoci sopra), sparare e nascondersi sfruttando gli elementi dell’ambiente circostante. Portati  termine le quattro prove (e dopo avere raccolto tutti gli oggetti come i cristalli di energi) potrete passare attraverso lo “stargate” per conoscere veramente i Talan e aiutarli a spodestare il tiranno che li opprime… una vostra vecchia conoscenza!

E da questo momento che avrete modo di esplorare, raccogliere e combattere e assolutamente anche parlare per tutto il gioco. Difatti parte fondamentale del titolo (e a tratti anche noiosa sinceramente) è il dovere parlare con i personaggi, i quali sono capaci di dare variate risposte in base alla domanda posta, scatenata semplicemente scegliendo una delle voci presenti a schermo. Fatelo con tutti gli npc o persone attive che incontrerete, altrimenti non andrete avanti nel gioco.

Il gameplay principale invece è ricolta all’esplorazione dei vari settori, collegati con mini portali, associata alla ricerca del luogo da raggiungere. Perché se è vero che il titolo presenta una mini mappa, è pure vero che su questa non è segnato nessun punto di arrivo, o indicazione della direzone da prendere, un po’ come accadeva nel 1999! Questo si traduce inizialmente ad un completo spaesamento nel capire la direzione da prendere, cosa fare se e dove affrontare i nemici. Possiamo affermare che inizialmente ci ha un po’ spaesati, ma perseverando con il gioco si riesce a sopperire a questa mancanza e si riuscirà ad orientarsi ricordandosi particolarità dell’ambiente. Tutto ciò senza dimenticare di usare il radar (utile per aggiornare la minimappa), che si manifesta con un raggio verde, tipo scansione.

Come suddetto l’esplorazione la fa da padrone, ma anche la capacità di upgradare il proprio armamento. Non fate come noi le prime volte, che avvistati dei Talan corrotti abbiamo cercato di affrontarli a viso aperto, uscendone mestamente sconfitti. E sappiate che l’IA dei nemici non è assolutamente da sottovalutare, anzi anche sfruttando i ripari durante il combattimento oppure la possibilità di celarsi (la modalità stealth che ci ha fatto penare durante la fase iniziale) non avrete vita facile. Per questo attenzione anche alle “trappole” del terreno calpestabile, il quale talvolta obbliga a prendere delle scale o salite messe li apposta, quando invece sarebbe stato sufficente salire un piccolo dosso. Nulla di trascendentale, ma fa capire che il titolo risente un po’ delle meccaniche implementate anni fa.

 

Per quanto riguarda il comparto grafico, ovviamente si vede un netto miglioramento rispetto all’edizione del 1999, anche se le animazioni risultano comunque datate, così come le texture se raffrontate agli ultimi giochi disponibili.

Particolare sul sonoro. Abbiamo apprezzato tantissimo il rimore dei passi sulla neve, decisamente reale.

Per quanto riguarda la giocabilità, bisogna venire a pati con le routine implementate. Talvolta entrando negli edifici ed avicinandosi alle pareti la visuale risulta troppo stretta, costringendoci ad indietreggiare oppure voltarci per capire dovo sia il personaggio. Qualche problema anche nel controllare il protagonista in alcuni frangenti.

 

 

 

 

 

 

  • 6/10
    Grafica - 6/10
  • 6/10
    Sonoro - 6/10
  • 6/10
    Giocabilità - 6/10
  • 10/10
    Longevità - 6,5/10
6/10

Riassunto

Concludiamo dicendo che Outcast Second Contact può rappresentare un discreto pasatempo se non avete mai giocato al titolo, oppure amate giocare ai titoli che non vi guidano mano per mano, ma danno la possibilità al giocatore di esplorare a piedi o tramite cavalcature l’ambiente circostante, tenendo presente che non mancherà un po’ di frustazione ereditata dall’età del titolo, quando i giochi venivano realizzati un po’ più “cattivi”